12 dicembre 1917

CENT’ANNI FA… 12 dicembre 1917
LA GRANDE GUERRA SUL GRAPPA
Si cerca, da parte italiana, di eseguire contrattacchi per riconquistare, nel settore ovest del Grappa, le posizioni perse il giorno precedente e ristabilire la saldezza delle linee difensive.
Alle 6,30 del 12 dicembre inizia l’attacco al Col della Berretta, effettuato dal 11/252o (Brigata Massa Carrara), dalla 2a compagnia del I/252°, da resti del 57° (Brigata Abruzzi) e dal battaglione alpini Monte Clapier, partendo da Casera Campigoli, dopo breve concorso di fuoco d’artiglieria incominciato alle 6. L’azione non ha successo, sia per il mancato coordinamento fra gli attaccanti provocato dalla nebbia fitta che ricopre la zona, sia per la tenace resistenza austriaca.
Il tentativo viene ripetuto dal Monte Clapier con 1 compagnia del 252° e 1 compagnia del Val Brenta. Gli alpini, favoriti dal nebbione, superano gli avamposti imperiali, ma, quando stanno per raggiungere la cima del Col della Berretta, la foschia si dirada e vengono fermati da intenso fuoco di mitragliatrici e costretti a ripiegare sulla linea di partenza. Nel frattempo i battaglioni della colonna del ten. col. Benedetti, Val Natisone, Monte Rosa e Val Tagliamento, hanno come obiettivo la rioccupazione delle quote tra il Col della Berretta e il M. Asolone.
Il Val Natisone giunge sulla linea di partenza del contrattacco, previsto per le 7,30 del giorno 12, mentre gli altri 2 battaglioni ritardano, perché le guide del Comando divisionale perdono l’orientamento a causa della visibilità nulla. Così, all’ora fissata, secondo gli ordini, il Val Natisone attacca da solo la q. 1476 di Casera Spiadoni, conquistandola di slancio, pur perdendo il comandante, capit. Ernesto Rossi, caduto nell’azione.
La perdita di q. 1476 scatena però i1 fuoco dell’artiglieria austriaca, che, avendo i tiri preparati, può colpire con precisione l’obiettivo anche in mancanza di visibilità. La posizione, sotto la gragnuola di colpi, non può essere mantenuta e pertanto il Val Natisone è costretto a defilarsi in una zona più bassa e meno battuta, a q. 1471. Il Comando del Gruppo alpini fissa intanto per le 14, dopo preparazione d’artiglieria, il contrattacco generale, dopo che anche il Val Tagliamento e il Monte Rosa (che nell’avvicinamento perde parecchi ufficiali per lo scoppio di una granata) sono pervenuti sulla loro linea di partenza.
Gli alpini del Val Tagliamento sulla dorsale e quelli del Monte Rosa, che salgono lungo la V. delle Saline, iniziano l’avanzata, protetti dalla fittissima foschia, verso la q. 1476, che ritengono occupata dal Val Natisone, per poi, secondo gli ordini del ten. col. Benedetti, da lì assaltare le q. 1455 e 1458 del Col della Berretta. Non appena gli alpini si avvicinano alla q. 1476 di Casera Spiadoni, tornata in mano austriaca, vengono accolti da violento fuoco di mitragliatrici e fucileria, che risulta micidiale, perché la nebbia, che il giorno prima, persistente, aveva protetto tutti gli attacchi imperiali, sparisce di colpo. Le perdite sono gravissime: le 2 compagnie del Val Tagliamento, 450 alpini, ne hanno 300 fuori combattimento; le 2 compagnie del Monte Rosa sono ridotte a uno sparuto gruppo di uomini. In seguito al fallimento del contrattacco degli alpini, viene annullato all’ultimo momento l’assalto pomeridiano della Brigata Abruzzi.
Tanto impegno e tanto sangue versato per migliorare la linea italiana, che, in pratica, rimane la stessa del giorno prima…
Nel settore centro-est del massiccio il 12 dicembre si ha il tentativo di riconquistare il M. Spinoncia, effettuato dal battaglione Cividale. L’attacco è arrestato, con gravi perdite, davanti ai reticolati dal fuoco delle mitragliatrici tedesche. A loro volta i prussiani della 5a divisione attaccano nella nebbia incombente il M. Fontanel e riescono a circondare il battaglione Monte Pavione che lo difende.
Gli alpini oppongono una tenace resistenza, pur perdendo quasi tutti gli ufficiali, tra quali le Medaglie d’Oro capit. Manlio Feruglio e ten. Marco Sasso, e a sera, rotto l’accerchiamento, il M. Fontanel è ancora tenuto dagli italiani. Sul monte si porta la 148a compagnia del Monte Pavione, assieme a 2 plotoni di fanti e a plotoni del Val Cenischia e del Val Maira: i 300 soldati portano reticolati, che nella notte cercano i stendere davanti alle sconvolte trincee, dove sono i loro compagni caduti.

Fonte: “GRANDE GUERRA SUL GRAPPA” di Carlo Meregalli edito da Tassotti.
Mappa: VGF.
Mappa dei principali teatri di scontro: M. Asolone, Col della Berretta, M. Fontanel, M. Spinoncia  
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