16 giugno 1918

CENT’ANNI FA… 16 giugno 1918
LA GRANDE GUERRA SUL GRAPPA
Settore ovest del Grappa. Perviene al Magg. Messe l’ordine: “Riprendere Col Moschin!”
Col Moschin q. 1280, caposaldo importante per la difesa del sottostante Canal di Brenta, è in realtà un piccolo rilievo, ridotto ormai a una pietraia di frammenti di roccia calcarea biancastra, tutto butterato dagli innumerevoli colpi delle artiglierie, come del resto il paesaggio circostante a vista d’occhio, dove gli unici contrasti cromatici sono gli ammassi rugginosi dei reticolati e piccole macchie di colore grigioverde o grigio che si muovono o sono immobili per sempre.
Il mattino del 16 giugno, alle 6,45 l’artiglieria italiana fa un breve concentramento di fuoco sul minuscolo colle, Alle 7 gli arditi balzano all’attacco con il loro inimitabile slancio e alle 7,10 Col Moschin ritorna italiano. Sono fatti prigionieri 25 ufficiali e 325 Honved e catturate 16 mitragliatrici, come ammette 1a Relazione Ufficiale austriaca. In più 8 pezzi da 65 mm, abbandonati sul posto i1 giorno prima, vengono ricuperati e, rimessi gli otturatori, sono pronti al reimpiego.
Su Col Moschin viene subito dopo schierato il I/92° (Brigata Basilicata).
Alla fine del giorno 16, dopo l’avvenuto rastrellamento dei nuclei austriaci infiltratisi oltre le linee il mattino del 15, la riconquista di Col delle Farine e la rioccupazione della prima linea “Alba” sotto il M. Asolone a q. 1478 da parte del VI reparto d’assalto, del II/239° (Brigata Pesaro) e di reparti del 140° (Brigata Bari), la battaglia nel settore ovest del Grappa è finita.
Gli austriaci capiscono che non ci sono più speranze di successo, anche perché la 4a divisione di riserva, attardata dalla lenta marcia sulla mulattiera della Val Goccia bersagliata dal tiro d’artiglieria, giunge in linea soltanto il giorno 16 con i ranghi ridotti e non in grado d’intervenire nella battaglia.
Le linee italiane tra il M. Asolone e il Canal di Brenta sono ristabilite, Restano in mano agli imperiali soltanto il Col del Miglio e le Rocce Anzini e l’alta Valle Scura con la q. 1421, quindi in tutto due piccole porzioni di terreno tra le linee “Alba” e “Bianca”.
Nei settori centrali, la notte sul 16 giugno, con attacco di sorpresa il III/252° del VI Corpo riconquista il caposaldo di q. 1581 sullo sperone nord-ovest della “Nave” del Grappa.
Alle 7 del 16 giugno il I/252o (Brigata Massa Carrara) e il II/41° (Brigata Modena), con forte concorso d’artiglieria, rioccupano parte del saliente di Ca’ Tasson e altri caposaldi tra Val dei Lebi e Val dei Pez, ristabilendo il collegamento con la Brigata Ravenna (37° e 38°) del XVIII Corpo in zona Valpore.
Si tenta anche di riprendere l’intero crinale dei Solaroli, ma nel frattempo il Comando dell’XI Armata austriaca sostituisce la 60a divisione con la non ancora impiegata 48a divisione. Pertanto l’unica riserva del XVIII Corpo, il II/24° (Brigata Como) della 56a divisione, che attacca verso le 17 partendo da Col dell’Orso, riesce a riconquistare soltanto la q. 1671, la gobba più meridionale dei Solaroli.
Sul fronte della 1a divisione, il III/119° (Brigata Emilia) alle 16 contrattacca verso le Porte di Salton, assieme al 120° che cala da M. Medata. L’assalto alla baionetta porta alla rioccupazione dell’importante posizione.
Anche nei settori centrali i successi austriaci si riducono quindi ad avanzate di centinaia di metri o poco più, pagate a carissimo prezzo e che non intaccano la saldezza del grande baluardo montano: l’operazione “Radetzky” era in pratica fallita fin dal pomeriggio del 15.
Di ragguardevole soltanto la perdita della maggior parte del crinale dei Solaroli. q. 1601 (la Pyramidenkuppe), q. 1672 e q. 1678.
Il tributo pagato da entrambe le parti è alto.
La 4a Armata, per la difesa del Grappa nei giorni 15, 16 e 17 giugno 1918, ha 13.997 uomini fuori combattimento: 918 caduti, 3.705 feriti e 9.374 dispersi.
I Corpi XXVI e I della XI Armata imperiale, operanti nei settori ovest e centrali, hanno 18.782 uomini fuori combattimento.
Il gen, Giardino, nel rapporto del 28 giugno all’Alto Comando italiano, con onestà affermerà che il successo è dovuto al valore delle fanterie, all’agilità e alla precisione delle artiglierie, nonché “per favor di fortuna”, avendo il nemico limitato la sua azione a una sola giornata.
Giardino è anche contrariato dal fatto di aver conseguito una vittoria monca, cioè di non aver potuto ottenere miglioramenti sostanziali alla linea del fronte, dopo essere stato il Grappa “ad un filo dal cadere in tre ore”.
Alle 10,45 del giorno 15 infatti il gen. Badoglio aveva telefonato dall’Alto Comando che avrebbe inviato sul Grappa la 1a divisione d’assalto, dalla forza d’urto di 9 reparti d’assalto, e il gen. Giardino destinava questa formidabile unità (più di 5.000 arditi!) al VI Corpo, per iniziare dall’Osteria Cibara il contrattacco per la riconquista del M. Asolone e del Col della Berretta, ma poi un contrordine dell’Alto Comando inviava la la divisione d’assalto nel Basso Piave.
Anche il XXII Corpo, riserva della 4a Armata, su cui Giardino contava per un impiego immediato contro un avversario provato dalla durezza dei combattimenti, il 17 giugno viene inviato sul Montello, sia pure in Cambio della 52a divisione del XX Corpo, a disposizione per eventuali necessità operative. In campo austriaco, dopo momenti di euforia, per le prime notizie che giungono dai vari settori del fronte, già la sera del 15, con l’informazione che l’XI Armata ha fallito gli obiettivi, l’Imperatore Carlo I, molto preoccupato, telefona al gen. Boroevic, pregandolo, in nome della monarchia, di mantenere le posizioni occupate oltre il Piave.
Scrive lo storico Fiala: “Non si trattava soltanto di resistere in una battaglia voluta e iniziata da parte austroungarica, ma era in gioco la sopravvivenza stessa della monarchia.”

Fonte: “GRANDE GUERRA SUL GRAPPA” di Carlo Meregalli edito da Tassotti.
Mappa: VGF.
Mappa dei principali teatri di scontro: M. Asolone, Col delle Farine, M. Coston, M. Rivon, Col Moschin, Col Fenilon, Col Fagheron, Col Raniero, Col del Gallo, Col dell’Orso, M. Solarolo, M. Valderoa, Porte di Salton, M. Medata 
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