16 novembre 1917

CENT’ANNI FA… 16 novembre 1917
LA GRANDE GUERRA SUL GRAPPA

L’attacco del giorno 16 nel fondovalle del Brenta fallisce per la resistenza de battaglione alpini Tirano, che impedisce ai salisburghesi del 59° Rainer di progredire oltre all’abitato di Collicello.
Sempre nel settore Asolone (ovest), altri reparti del 59° Rainer, salgono da Cismon la V. Goccia con 2 batterie da montagna al seguito, superano gli avampost italiani e si avvicinano a Col Bonato e a Casera Magnola; con i pezzi da montagna intendono battere nei giorni seguenti il Col della Berretta e il M. Asolone.
I Kaiserjäger del 3° TJR non giungono a occupare il Col Bonato; ha invece successo l’attacco alla linea Col dei PraiM. Prassolan nel settore Grappa (centro ovest), da parte del 3° Schützen e del I/4° TJR.
Alle 9 inizia l’attacco austriaco al M. Prassolan, dopo una breve preparazione d’artiglieria; lo conducono il I/3° Schützen, con a rincalzo il III/3°. I superstiti del Monte Matajur, provati dai duri combattimenti dei giorni precedenti, non reggono l’urto e ripiegano lungo la V. delle Bocchette, scoprendo il fianco destro dello schieramento italiano.
Nel frattempo il I/4° TJR attacca il Col dei Prai, costringendo i resti del LX bersaglieri, anch’essi come gli alpini del Monte Matajur in pessime condizioni psicofisiche, alla ritirata verso l’Osteria del Forcelletto. Ne consegue che i reparti del II/ 149°, che hanno l’ordine di resistere sulla loro linea, sono avvolti dalle ondate degli attaccanti e hanno molte perdite (16 ufficiali e 338 militari dispersi).
Frattanto l’azione d’attacco imperiale si va evolvendo: mentre il grosso del 3° Schützen si attesta sul M. Prassolan, 1 compagnia del I battaglione di testa, al comando del ten. Lorenzoni, un austriaco con cognome italiano, giunge senza difficoltà sul Col del Buratto. Da qui il tenente con pochi uomini si spinge sulle pendici del M. Pertica che è sgombro, e da dove può vedere soldati italiani verso la Cima Grappa intenti a scavare trincee.
Il I/3° del capit. Andics ritorna dunque sul M. Prassolan, dove il comandante del 3° Schützen, col. von Tenner, giuntovi alle 10 e venuto a conoscenza dei dati emersi dalla ricognizione del ten. Lorenzoni, ordina l’immediata ripresa dell’attacco; ma, quando alle 10,30 i reparti muovono verso Col del Buratto, questo è stato nel frattempo presidiato dagli italiani e soltanto alle 14, dopo aspri combattimenti, riescono a pervenirvi. Su questa posizione gli austriaci saranno costretti in seguito ad arrestarsi per le perdite subite e per la stanchezza.
Per qualche ora soltanto è dunque affiorata la possibilità di una decisiva operazione e nella documentazione austriaca si legge il rincrescimento per non avere impiegato la disponibile 98a Brigata Kaiserschützen della 22a divisione, il cui intervento sarebbe stato risolutivo.
Anche il gen. Clemente Assum, responsabile della zona sommitale del Grappa, nel suo libro “La prima difesa del Grappa” del 1924, scrisse della drammatica situazione in cui venne a trovarsi per qualche ora, quel 16 novembre 1917, il cardine del dispositivo difensivo del Grappa, per il rischio di cadere in mano austriaca, cosa che avrebbe comportato un tale grave tracollo strategico da poterne intuire la portata.
Il gen. Assum infatti conferma che il successivo attacco verso il M. Pertica nel primo pomeriggio da parte del 3° Schützen, con 3 colonne convergenti verso la cima, è arrestato dal I/149°, che riesce con una disperata resistenza a far indietreggiare gli austriaci con forti perdite e a farli desistere da ulteriori attacchi, rimanendone a sua volta pressoché annientato.
Il 16 pomeriggio trascorre per il gen. Assum lentissimo e in grande angoscia: ha infatti a disposizione soltanto i resti dei battaglioni I e II/149° (Brigata Trapani), Val Tagliamento, Monte Matajur e Val Natisone, poche centinaia di uomini stremati e reduci da durissimi scontri. Se gli imperiali rinnovassero gli attacchi, egli non avrebbe alcun reparto valido da opporre.
Soltanto al calar della sera giunge su Cima Grappa una colonna di penne nere: è il battaglione Monte Rosa, al comando del magg. Benedetti, che Viene subito mandato in linea tra M. Pertica e Croce dei Lebi, con i superstiti del Val Tagliamento e del Monte Matajur.
Gli austriaci hanno perso la migliore occasione che potesse loro offrirsi di espugnare uno dei basilari bastioni della linea difensiva italiana Altipiani—Grappa—Piave, ancora in fase di consolidamento: in seguito non si presenteranno più così favorevoli opportunità.
Anche sull’altro versante della V. Stizzon l’attacco al M. Fontana Secca, difeso dal battaglione alpini Val Camonica, tentato dal 26° Schützen, si spegne sul nascere.
Dopo vivace tiro di preparazione dell’artiglieria, iniziato alle prime luci dell‘alba, durato tutta la giornata e intensificatosi nel pomeriggio, alle 16 inizia l’assalto finale al M. Cornella, benchè già dal mattino il grosso degli attaccanti si trovasse impegnato sulle pendici del monte.
I battaglioni I e II/2° bosnoerzegovese, con il II/7° carinziano di rincalzo, avanzano a fatica sotto il tiro dei fanti del 24° (Brigata Como), appoggiati anche dalle batterie del VIII Gruppo da montagna (23a, 24a e 58a) e del XXII Gruppo someggiato (61a e 63a) e subiscono gravissime perdite. Superata una rocciosa anticima e discesa una selletta, soltanto a mezzanotte, dopo aspra lotta e con il concorso di reparti del II/7° carinziano, i bosniaci riscono a conquistare la cima del M. Cornella e ad aver ragione della tenace resistenza degli uomini del 24°, che ripiegano sempre combattendo, benchè avessero avuto anch’essi molti uomini fuori combattimento. Ne fa fede il diario del col. Zedtwitz:
“La lotta sul Cornella era oltremodo dura. Gli italiani si battevano come leoni, nonostante si rendessero conto che, prima o poi, sarebbero stati eliminati. Anche noi avevamo gravi perdite: alcune compagnie bosniache erano rimaste con soli 30 uomini ed erano caduti i tenenti Huber, Dobay e Pettek.”
Caduto l’ostacolo rappresentato dal M. Cornella, ora la via per Quero è aperta ai 2 battaglioni bosniaci III/2o e IV/4° e al battaglione di punta LV Sturm Graeve tedesco, ricoverati nelle gallerie ferroviarie a nord del paese, e soprattutto si sta concretizzando il disegno strategico austrotedesco di sferrare l’attacco all’ultima barriera montana, M. TombaMonfenera; superata la quale, è la possibile capitolazione della linea del Piave, ancora in fase di consolidamento, che verrebbe colpita alle spalle da manovra a ventaglio con direttrice d’avanzata da nord a sud.

Fonte: “GRANDE GUERRA SUL GRAPPA” di Carlo Meregalli edito da Tassotti.
Mappa: VGF.
Mappa dei principali teatri di scontro: Col Bonato, Col dei Prai, M. Prassolan, Col del Buratto, M. Pertica, M. Cornella  
Visita i luoghi su Google Earth in 3D: Col Bonato, Col dei Prai, M. Prassolan, Col del Buratto, M. Pertica, M. Cornella

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