18 novembre 1917

CENT’ANNI FA… 18 novembre 1917
LA GRANDE GUERRA SUL GRAPPA

Nel settore centro-ovest, nel primo mattino del 18 il gen. von Merten si porta sul Col del Buratto e, dopo preparazione d’artiglieria, iniziata alle 9 e condotta fino a tarda sera con una sospensione di quattro ore, ordina di ripetere l‘attacco del giorno prima al M. Pertica, ma la forte contropreparazione italiana non permette alcun progresso al I/4° TJR e al 3° Schützen.
Nel settore centro-est, il mattino dello stesso giorno il battaglione tedesco da montagna del Württemberg che assicura la copertura del fianco occidentale della divisione c, è impegnato nella salita verso il M. Spinoncia e il M. Fontana Secca lungo la V. Calcino.
Avanzando su 2 colonne, nel corso della giornata il battaglione si avvicina alle Stalle Cinespa con le compagnie 3a, 6a e 2a mitraglieri, seguite da un reparto della 55a divisione, e muove verso M. Spinoncia con le compagnie la, 2a, e 1a mitraglieri. I württemberghesi entrano però in contatto con le compagnie di prima linea dei battaglioni alpini Val Camonica e Feltre, che sbarrano la V. Cinespa e la V. Calcino, subendo, per la tenacissima difesa incontrata, un inatteso alt. Il ten. Erwin Rommel, comandante di un reparto del battaglione tedesco, scrive: “Ci siamo arenati. Ormai mi rendo conto che non è più il caso di parlare di uno sfondamento alla svelta attraverso il M. Grappa nella direzione di Bassano. Il fronte nemico è sbarrato e forte. Siamo arrivati troppo tardi.”
L’azione in corso contro M. Spinoncia e M. Fontana Secca, con il battaglione del Württemberg, punta di lancia della 26a Brigata da montagna austriaca, fa parte della principale operazione che, secondo i piani dei Comandi austrotedeschi, dovrebbe portare nel settore est la divisione Jäger oltre il Monfenera sulla linea M. Tomba-Vettorazzi—T.Curogna-Onigo, con l’appoggio d’una parte delle divisioni austriache 55a e 22a Schützen.
Il sistema difensivo italiano è però ancora soltanto abbozzato: tratti di trincea erano stati scavati da lavoratori militarizzati prima del 30 ottobre a sbarramento del fondovalle del Piave; sulla dorsale i fanti della Brigata Basilicata, giunti il 7 novembre, e quelli della Brigata Calabria, in linea qualche giorno dopo, si erano impegnati con alacrità a scavare trincee, camminamenti e ricoveri e a stendere quel poco filo spinato di cui disponevano, ma c’è ancora molto lavoro da fare per avere una linea efficiente. Alle 4 inizia il fuoco dell’artiglieria austrotedesca, che si rivela subito efficace; soprattutto le batterie oltre il Piave eseguono un tiro d’infilata che batte tutto il lungo costone del Monfenera e le sue immediate retrovie. Alle 8,30 l’azione preparatoria cessa e comincia l’attacco degli Jäger tedeschi, che possono giovarsi di una scarsa visibilità, per nubi basse e fitte.
All’inizio della salita i boschi li occultano, ma poi, usciti allo scoperto, sono presi sotto il tiro ravvicinato della fucileria italiana. Alle 9,30 tuttavia gli assalitori del reggimento Bettendorf, avvalendosi del fuoco delle numerose mitragliatrici portatili in dotazione, riescono a penetrare nelle trincee di q. 709 presso Casa Naranzine, a metà tra M. Tomba e il saliente di q. 623, e iniziano l’avanzata sulla dorsale del Monfenera verso ovest e verso est.
Le fasi della battaglia non si svolgono però altrettanto favorevoli per le altre due colonne d’attacco. Il reggimento Bibra, per l’impossibilità di superare il tratto FenerPederobba, dominato dalle posizioni italiane q. 623 e M. La Castella, ha come piano operativo di occupare in successione queste alture per sboccare a Pederobba, ma riesce soltanto a pervenire sulla q. 623, perché facilitato dall’avanzata sulla dorsale del Monfenera del reggimento Bettendorf, ma non può procedere oltre.
Peggio ancora capita al reggimento Pappritz, che ha come obiettivo la conquista del M. Tomba. Secondo la più accreditata versione, confermata dagli osservatori d‘artiglieria italiana sul M. Tomba, al primo diradarsi della nuvolaglia, gli Jäger del Pappritz, in ascesa verso la Cima del monte, sono all’improvviso colpiti da una salva di colpi corti di grosso calibro dell’artiglieria alleata; pensando a una ripresa del fuoco di preparazione, i tedeschi sbandano e tornano precipitosamente alle linee di partenza, inseguiti dal tiro delle batterie italiane, che ora godono di una perfetta visibilità.
La situazione è comunque molto grave: i reparti del 92° e del 91° (Brigata Basilicata), che hanno ripiegato dalla linea di cresta da Casa Naranzine a ovest di q. 709 al saliente di q. 623, sono aggrappati poco sotto, ma in condizione di estrema precarietà, qualora i tedeschi continuassero gli attacchi. Informato di ciò alle 11 da osservatori d’artiglieria, il Comando del IX Corpo dà immediate disposizioni per far avvicinare in posizione di tiro batterie di medio calibro.
Nel frattempo vengono inviati sulla linea del fuoco i 3 battaglioni alpini del 12° Gruppo.
Il Val Pellice da Pecolo Curto si porta nei pressi di Casa Naranzine; il Monte Granero invia la sua 82a compagnia nel settore del M. Tomba, a rincalzo del 60° (Brigata Calabria); il Val Varaita da Vettorazzi si sposta a occupare la linea tra le pendici sud del saliente del Monfenera, con la 223a compagnia, e il M. La Castella, con la 222a compagnia.
Anche il battaglione alpini Val Cenischia dal settore Spinoncia (centro-est) viene inviato nei pressi dell’Osteria Monfenera, come collegamento tra la 56a divisione (XVIII Corpo) e la 17a divisione (IX Corpo).
Nel pomeriggio reparti della Brigata Basilicata e del 60° (Brigata Calabria), il XXV battaglione bersaglieri e le compagnie 224a e 225a del Val Pellice eseguono un forte contrattacco, che, se non riesce a ributtare dal saliente i validi Jäger, serve tuttavia a impedire che questi possano avanzare, sia verso il M. Tomba, sia verso la pianura scendendo il versante meridionale del Monfenera.
La sera del 18 la situazione rimane per gli italiani molto critica: sulla linea avanzata i reparti sono frammischiati, hanno subito gravi perdite, non possono neppure avvalersi delle poche trincee e postazioni difensive, cadute in mano nemica, e sono in continuazione bersagliati dall’artiglieria da oltre Piave che li colpisce anche da tergo.
Pure gli artiglieri italiani hanno avuto grosse perdite in uomini e materiali, anche se stanno mettendosi in postazione le batterie di medio calibro inviate dal Comando del IX Corpo.
La notte sul 19 novembre è per gli italiani carica di ansie e dell’assillo di non poter reggere a un nuovo attacco in forze.
In campo avversario tuttavia il risultato delle operazioni non ha entusiasmato, anzi, aspettandosi lo sfondamento del fronte avversario, ha piuttosto deluso le aspettative dei Comandi austrotedeschi.

Fonte: “GRANDE GUERRA SUL GRAPPA” di Carlo Meregalli edito da Tassotti.
Mappa: VGF.
Mappa dei principali teatri di scontro: M. Pertica, M. Spinoncia, M. Fontana Secca, M. Tomba, Monfenera, M. La Castella  
Visita i luoghi su Google Earth in 3D: M. Pertica, M. Spinoncia, M. Fontana Secca, M. Tomba, Monfenera

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