Il Massiccio del Grappa

[Fonte: Wikipedia]

Il Massiccio del Grappa si colloca sulla catena delle Prealpi Venete tra la pianura veneta a sud ed i territori centro-alpini a nord. Il fiume Brenta lo divide ad ovest dall’altopiano di Asiago, mentre ad est è il fiume Piave a tracciarne il confine e a separarlo dal gruppo Cesen-Visentin. A nord troviamo il Lago di Corlo e la Conca di Feltre. Il Massiccio, un tempo noto come Alpe Madre, è suddiviso fra tre province: Vicenza ad ovest, Treviso a sud e Belluno a nord-est. La sua vetta, in località Cima Grappa, misura 1775 m s.l.m. ma il suo territorio è caratterizzato dalla presenza di molte altre cime (tra le principali Col Moschin, Colle della Berretta, Monte Asolone, Monte Pertica, Prassolan, Monti Solaroli, Fontana Secca, Monte Peurna, Monte Santo, Monte Tomatico, Meatte, Monte Pallon e Monte Tomba).

 

Il versante meridionale

Il versante meridionale del Massiccio del Grappa si estende dal fiume Brenta ad ovest al fiume Piave ad est e comprende piccoli centri distribuiti sul pedemonte ed un territorio che scende, smorzato da colline, verso la pianura veneta.
Ritroviamo in questa cintura i comuni di Pederobba, Crespano del Grappa, Borso del Grappa, Paderno del Grappa, Possagno, Cavaso del Tomba, Romano d’Ezzelino e Pove del Grappa. Importanti centri limitrofi, soprattutto per l’interesse turistico, sono Bassano del Grappa, Castelfranco Veneto, Valdobbiadene, Marostica, Asolo e Maser.

 

Geomorfologia

La sua origine, circa dieci milioni di anni fa è da attribuire allo scontro – tuttora in atto – fra la zolla del continente africano e quella europea. Le rocce che compongono il Massiccio sono infatti di origine marina. Questi sedimenti hanno subito nei tempi geologici, attraverso la diagenesi, una notevole cementificazione e successivamente vennero sollevati a causa di queste spinte che determinarono l’innalzamento della catena alpina.
I principali tipi di rocce che ritroviamo oggi nel Grappa sono:

  • i Calcari Grigi, la formazione più antica che costituisce la maggior parte del Massiccio ed affiora nei versanti dirupati e nelle incisioni vallive profonde. La costituzione calcarea ha generato un fenomeno carsico così diffuso, tale da portare alla scoperta in anni recenti di numerose grotte ricche di stalattiti, pozzi molto profondi e gallerie di notevole pregio;
  • il Rosso Ammonitico, di natura calcarea, dà vita alle splendide “città di pietra” che si osservano ad esempio in Val Poise e Meda;
  • il Biancone, sempre di natura calcarea, che ritroviamo a Cima Grappa e in tutte le cime arrotondate del Massiccio e al tempo stesso a monte degli abitati di Semonzo e Borso;
  • la Scaglia Rossa, un calcare argilloso, materia prima per produrre il cemento.

Inoltre il Massiccio del Monte Grappa è stato interessato, durante il corso dei secoli, da diversi agenti esogeni che hanno contribuito alla modifica della sua struttura morfologica:

  • i ghiacciai, responsabili sia delle profonde incisioni vallive della Valle del Brenta e della Valle del Piave, sia, assieme all’azione delle acque selvagge, del modellamento delle valli secondarie. Sono inoltre responsabili dei circhi glaciali presenti presso Cima Grappa;
  • i torrenti, data la natura carsica del Grappa, sono presenti solo in occasione di persistenti e abbondanti precipitazioni. Viste le forti pendenze degli alvei, la loro azione erosiva è stata ed è certamente efficace e tale da giustificare le selvagge asperità dei versanti vallivi. Laddove il bacino idrografico è ampio, questi temporanei corsi d’acqua hanno dato luogo a conoidi di deiezione, alcuni molto caratteristici, come quello della Val Cornosega tra Semonzo e Borso;
  • il fenomeno carsico, come detto in precedenza, è molto sviluppato nel Massiccio. Lo dimostrano la presenza di grotte e pozzi, la diffusione di doline e inghiottitoi, l’assenza di corsi d’acqua e sorgenti in quota, il ritrovamento di “città di pietra” e l’osservazione di buche, fori o impronte di campi carreggiati sui massi affioranti.
Flora

Soldanella montana
La posizione geografica del monte Grappa e di tutto il versante meridionale del massiccio, a ridosso della pianura veneta fa di esso un’area particolarmente ricca, sia dal punto di vista floristico, sia da quello vegetazionale. Infatti, le condizioni climatiche derivanti dalla sua ubicazione hanno favorito l’integrazione della vegetazione di macchia arbustiva, tipica delle zone mediterranee, con le formazioni boreali montane che occupano spazi relativamente ristretti nei quali troviamo boschi a prevalenza di conifere e arbusteti subalpini, propri delle zone lungamente innevate. Alberi e arbusti tipici sono l’abete bianco, l’abete rosso, il faggio; i fiori tipici sono invece la soldanella, il botton d’oro, la clematide e il fior di stecco.

Guardando il Grappa, nel versante sud-ovest nella parte di montagna tra Crespano del Grappa e il Santuario della Madonna del Covolo, località Frontal, si può notare che ci sono delle file di alberi sempreverdi disposti in modo da formare due lettere “W” e “M” (coordinate +45° 51′ 12.22″, +11° 49′ 27.29″). Gli alberi furono piantati nel 1927 e l’interpretazione di questa scritta, in attesa di trovare fonti scritte attendibili, rimane oggetto di controversie.

 

Fauna

Anche dal punto di vista faunistico in Grappa si riscontra una certa ricchezza. Tra le specie animali presente troviamo il capriolo, il camoscio, il muflone ed il cervo; si possono osservare rapaci quali la poiana, il falco pellegrino, l’aquila reale ed il gufo reale; infine, tra gli altri, lo scoiattolo, la volpe, il tasso, il ramarro e molteplici specie di libellule.Inoltre,dopo 200 anni di assenza è ritornata la presenza del lupo.

 

Meteo

Il monte Grappa si erge a ridosso della pianura veneta. Il suo clima è spesso influenzato da condizioni meteo estremamente variabili. Le precipitazioni sono abbondanti durante tutto l’anno, specialmente nel periodo autunnale, invernale e primaverile.

 

Cenni storici

Teatro di scontri decisivi nel corso della Prima guerra mondiale e alcuni avvenimenti della Seconda guerra mondiale, è conosciuto a molti per il sacrario militare del monte Grappa che contiene resti di militari italiani e austroungarici assieme ad un museo della Grande Guerra. Famoso è anche il Sacello della Madonna Ausiliatrice inaugurato il 4 agosto 1901 dal cardinale Giuseppe Sarto (poi papa Pio X). La statua fu mutilata durante il primo conflitto mondiale, ma venne poi ricollocata nel 1921. Alla Madonnina del Grappa è dedicata l’Opera assistenziale fondata, subito dopo la Guerra, da don Giulio Facibeni, appunto col nome Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa.
Nella prima guerra mondiale, dopo la sconfitta italiana di Caporetto, la cima diventò il perno della difesa italiana, tanto che gli austriaci tentarono inutilmente e più volte di conquistarlo, per poi avere accesso alla pianura Veneta. A difesa del Monte Grappa vennero chiamati i resti della IV armata che aveva combattuto sulle Tofane e sul Col di Lana.

Organizzazioni coinvolte

  • Fanteria – 239º e 240º reggimento, brigata Pesaro (Esercito italiano)
  • Fanteria – 251º e 252º reggimento, brigata Massa Carrara (Esercito italiano)
  • Fanteria – 33º e 34º reggimento, brigata Livorno (Esercito italiano)
  • Fanteria – 41º e 42º reggimento, brigata Modena (Esercito italiano)
  • Fanteria – 93º e 94º reggimento, brigata Messina (Esercito italiano)
  • Le truppe anglofrancesi sul fronte italiano dopo Caporetto (Esercito alleato)

A metà del 1918 venne chiamato a comandare la difesa del monte Grappa il Generale Gaetano Giardino, oggi sepolto sul Sacrario Militare in cima Grappa

Costruendo caverne nella roccia e postazioni fisse di artiglieria, dalla cima gli italiani dominavano e tenevano sotto controllo il fronte sino al Montello, lungo una linea che parte dal monte Valderoa e va fino a colle Caprile. Battaglie sanguinose si svolsero sui dossi e contrafforti che caratterizzano il massiccio, come il Monte Pertica, il Col della Berretta, il Monte Tomba. L’opera bellica più rilevante è la Galleria Vittorio Emanuele (visitabile), attrezzata con cisterne d’acqua, infermerie, alloggiamenti, che attraversa il sottosuolo di Cima Grappa affacciandosi sulle linee con innumerevoli cannoniere e osservatòri di tiro.

Nel corso della Seconda Guerra mondiale il Grappa fu rifugio delle formazioni partigiane. Proprio sul Grappa venne effettuata una sanguinosa retata dai nazisti e dai fascisti fedeli alla Repubblica di Salò. I combattenti che non vennero uccisi sul posto, vennero impiccati pubblicamente nella vicina Bassano del Grappa. I nazifascisti impiegarono nell’operazione da 15000 a 20000 uomini, per scovare e affrontare i 1.500 partigiani celati nei borghi e nelle pendici della montagna.

Nel dopoguerra venne costruita sul monte Grappa una base radar missilistica della NATO del 64º gruppo IT (intercettatori teleguidati) addetto alla gestione di tre rampe di lancio per missili Nike Hercules statunitensi per la difesa antiaerea, la base venne smantellata alla fine degli anni settanta e passò in gestione all’ENAV negli anni ottanta; è tuttora in stato di abbandono e a partire dal 2001 venne utilizzata per organizzare rave party.

 

Il Sacrario Militare del Grappa

Sulla cima più elevata sorge un sacrario militare, progettato dall’architetto Giovanni Greppi con la collaborazione dello scultore Giannino Castiglioni e inaugurato il 22 settembre 1935.

Nel corpo centrale del monumento sono custoditi i resti di 12.615 caduti, di cui 10.332 sono ignoti. Il monumento è composto da cinque gironi concentrici posizionati uno sopra all’altro in modo da formare una piramide. Nella sommità sorge il santuario della “Madonnina del Grappa”.

Dal piazzale si può vedere la suggestiva Via Eroica, che partendo dai pendii del tempio arriva fino al Portale di Roma, dove si possono trovare due cippi di pietra che portano scritti i nomi legati alle località che sono state interessate dalla Grande Guerra. A nord-est del Portale di Roma, invece, sono state inumate le salme di 10.295 caduti austroungarici.

Dal piazzale antistante l’ossario si può vedere la Galleria Vittorio Emanuele terzo, un’estesissima opera di fortificazione sotterranea i cui condotti portano alle varie caverne, dove un tempo erano piazzati gli armamenti. Accanto all’entrata della galleria sorge la caserma Milano, ora museo storico con annessa sala di proiezione di documentari sulla Grande Guerra.

A pochi metri dal sacrario, nei pressi di una caverna nella quale 7 partigiani sono stati arsi vivi dai nazifascisti, sorge dal 1974 una statua in bronzo “al Partigiano”. Il monumento è stato realizzato dallo scultore Augusto Murer.

Nei pressi del Sacrario si trova una vecchia Base dell’Aeronautica Militare operativa negli anni settanta. Ospitava l’Area Controllo (radar) di una Batteria di missili antiarei Nike-Hercules del 64º Gruppo I.T. (Intercettori Teleguidati) e successivamente un centro per la sorveglianza delle telecomunicazioni dell’Esercito Italiano. Oggi lo stabile versa in pessime condizioni.

 

Musei del Territorio

Museo storico della guerra 1915 – 1918 Via del Covolo Cima Grappa Aperto dalle 09.00 alle 17.00 Telefono 0423-544840

Museo della guerra P.za San Marco, 28 31017 Crespano del Grappa (TV) Aperto: domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00, altri giorni su appuntamento Tel. 0423 53 85 16

Museo civico storico territoriale alano di Piave “la grande guerra” Località Campo Alano di Piave (Belluno) Aperto tutte le domeniche dalle 15.00 alle 19.00 Visite guidate 0423-86232